Le multe dell’autovelox possono essere annullate, lo dice la Cassazione in una sentenza che diventa quindi storica e segna una svolta.
I dispositivi elettronici che rivelano la velocità e quindi permettono anche di emettere automaticamente le multe in caso di eccesso sono di vario tipo. Questi hanno la possibilità di gestire il traffico e intercettare direttamente le vetture che non rispettano le indicazioni in quel punto stradale ma è vero che ci sono dispositivi di vario tipo e che questi, oltre ad essere molto diversi tra loro, sono anche dotati di sistemi di rilevamento differenziati.
Per questo motivo la legge in materia è cambiata, si è evoluta, fino ad arrivare ad oggi dove ci sono dettagli e regole precise da rispettare ai fini della validità della multa per il guidatore che deve essere sempre informato per tempo della presenza dell’autovelox e deve anche sapere come comportarsi in maniera inequivocabile.
Multe autovelox, come non pagarle: lo dice la Cassazione
Risulta piuttosto chiaro a tutti che i limiti di velocità sono sostanziali, previsti per la propria sicurezza e quella degli altri su strada e come tali non devono mai essere superati, soprattutto in una fase così delicata come quella attuale dove si sta facendo molto per evitare incidenti e anche risvolti drammatici su strada. In caso di multa effettuata direttamente dall’Autovelox e quindi pervenuta a casa, bisogna valutare con attenzione alcuni parametri per accertare che la multa sia effettivamente valida e che quindi vada pagata, come previsto.
Per il guidatore è importante conoscere quindi quei parametri che invalidano la multa e che rendono nulla la stessa, come previsto dalla Cassazione. Nello specifico questo riguarda il dispositivo che emette l’ammenda che deve risultare non solo approvato ma anche omologato. Questo vuol dire che va controllata la multa poiché, come previsto dalla Cassazione con sentenza n.10505, il verbale che accerti un eccesso di velocità, anche giusto, con un sistema che non è stato omologato, di fatto non è valido e quindi si può ritenere nulla l’ammenda che ne deriva. Sono due procedimenti differenti, uno volto all’omologazione e uno all’approvazione quindi non si può prescindere dall’altro e bisogna averli entrami perché hanno finalità differenti.
All’interno del documento dove vengono spiegate le motivazioni della multa è sempre riportato il dettaglio sullo strumento impiegato quindi modello, omologazione e data di ultima verifica del sistema. Questi devono essere anche revisionati nel tempo per accertare che siano validi per lo scopo e che quindi possano effettivamente servire per emettere una multa correttamente.